martedì 12 maggio 2020

Dinghy 12' Ricordando Giorgio Pizzarello



Tra gli amici dei dinghy si sapeva che era ammalato, ma tutti abbiamo rispettato il giusto riserbo sino ad oggi con la notizia della sua morte che ci lascia in un grandissimo dolore. Con Giorgio Pizzarello abbiamo perso un grande amico a terra e in acqua, un eccellente timoniere, un uomo generoso nella vita, nella professione e nello sport della vela nel quale la sua famiglia da sempre si è cimentata.

Impossibile dire oggi quante regate abbia vinto, quanti premi e riconoscimenti abbia conquistato. Prima di approdare alla gloriosa classe dei dinghy, Giorgio ha regatato sui Finn, sui J24, sugli Snipe e prima con il padre e il fratello Stefano sul Dragone con il nome della sorella Giada. Ma non si accontentava di partecipare; egli, infatti, amava farsi carico dell’organizzazione della classe e dei circoli che ha frequentato. Per anni è stato Segretario della classe dinghy, ma già prima aveva cercato il rilancio di questa barca sul piano internazionale invitando in Italia olandesi, svizzeri, tedeschi, giapponesi e turchi e andando a regatare da loro nel circuito armando anche un Dinghy 12’ di costruzione Olandese,
Quando a Roma e nel Lazio il dinghy era pressoché scomparso con grande entusiasmo rianimò la classe organizzando Campionati nazionali prima ad Anzio poi nel 2001 a Bracciano che vinse e poi per due volte arrivò secondo), campionati invernali e, soprattutto, la regata intitolata a suo padre Franco, divenuta negli anni un appuntamento nazionale.
Giorgio ha avuto il merito di far approvare   un regolamento   di costruzione e stazza che dopo ben dieci anni di applicazione si è dimostrato validissimo, Dinghy Classici e moderni regatano praticamente a armi pari.
 Giorgio sapevi avverare i sogni, rileggete il suo capolavoro organizzativo dell’anno 2010 un campionato italiano Dinghy 12’ da record   e un suntuoso evento internazionale




Giorgio un inconfondibile stile, lui scendeva in acqua con i calzoni lunghi rigirati sulle caviglie e la camicia bianca. Una particolarità dietro la quale si nascondeva una inimitabile capacità competitiva. Noi della Flotta Romana quando al termine della prova vedevamo la sua vela al bando dopo il traguardo, eravamo contenti perché pensavo che lui, in fondo, aveva vinto anche per noi.
 Giorgio hai avuto il carisma del leader meritando ovunque rispetto e ammirazione anche nella sfortuna. Ciao Giorgio, vinci anche nel cielo. 
Pio Cerocchi e Stefano Tolotti
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Francesca
Non ho mai sentito tanti uomini piangere. Uomini grandi, solidi. Uomini di mare abituati ad affrontare in prima persona vento, onde, buriane, avarie. Giorgio ha prodotto questo. In molti. E ha lasciato un vuoto anche in chi non lo ha incrociato personalmente.
 Sono astemia e non ho mai fatto uso di droghe, ma dalla telefonata di Paola, oggi 12 maggio 2020, una mattina romana col sole caldo  che si affaccia tra le nuvole, i ricordi  continuano a  scorrere veloci e inarrestabili. Sotto forma di espressioni, immagini, confidenze, sogni, progetti, battaglie, giudizi, passioni, messe a punto tecniche, pillole di tattica di regata (anche schizzate su tovagliolini da bar), consigli, cazziate, scontri, riappacificazioni, cure medico/ortopediche, sempre risolutive. Il tutto dispensato con passione, vitalità, signorilità, generosità, amicizia vera, correttezza. Una sequenza praticamente inesauribile. Giorgio, il mio Boss, come lo chiamavo scherzando, mi ha inventata come Segretario della Classe Dinghy in un momento difficile dell’AICD. Ha creduto in me e gliene sono stata sempre grata, e in tutti questi anni – correva allora l’anno 2011- non ho mai mancato di tenerlo aggiornato dei fatti della Classe, anche qualche giorno fa, con gli sviluppi positivi dei rapporti italo/olandesi e con il nuovo sito al quale stiamo lavorando. Così come avevamo condiviso le due regate nazionali, di Coppa Italia e del Trofeo Dinghy Classico che in questo 2020 avrebbero riportato nelle acque della sua Flotta Romana, se non fosse stato per il malefico Coronavirus. 
Per carattere, e origini liguri, non sono di grandi parole. Mi imbarazza. Chiudo quindi qui questo pensiero dedicato a Giorgio, che mi sgorga a poche ore da quando se ne è andato, con un piccolo inventario di parole e flash che mi vengono in mente pensando a lui. Amico, generoso, signore, intelligente, carismatico, intuitivo, attento, profondo, sincero, campione, impulsivo, appassionato, coraggioso, comprensivo,  diretto,  a tratti esplosivo, leale;  colonna, cuore e anima della Flotta Romana; Maestro di vela, ma anche di vita; mai falso; la borsa da medico appoggiata sulla panca del  Dinghy,  mentre sta armando per ultimo perché deve dare i resti a tutti sotto forma di supporto e consigli, se non visita ortopedica al volo; elegante in regata  con la immancabile camicia e braga chiara al posto dei capi “tecnici”; l’appellativo bella giovane, quando ti chiamava al telefono o ti incontrava;  il profumo del suo sigaro al caffè (?) durante la poppa; il creativo modo di chiedere acqua arrivando in  boa alzandosi in piedi e mettendo il timone tra le gambe: “tu, tu, tu e tu, siete ingaggiati, voi altri no…”; l’uso dei punti esclamativi negli scritti; il modo “garbato” (eufemismo) con il quale riprendeva gli ufficiali di regata quando posizionavano male il campo di regata; splendido, il talento come efficace, risolutivo ortopedico, e poi, e poi, e poi …..
Buonissimo vento indimenticabile Giorgio, siamo veramente tanti a volerti bene!!!!!!!


Francesca   e Giorgio


 

 



 
 

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