domenica 12 luglio 2020

Finalmente la prima Regata Zonale

Finalmente una regata dopo il Lockdown, il Sailing team  Bracciano in collaborazione con il Circolo Velico Tiberino si accingono a dare la partenza il 18 Luglio alle prima regata Zonale di diverse classi.
di seguito il bando e modulo d'iscrizione









giovedì 9 luglio 2020

Dopo tanta pena sopportata nel tuo sofferto silenzio, finalmente sei entrato nell'orizzonte che da tempo sognavi e dove abitavano i tuoi ricordi di ragazzo che amava il cielo, il vento e il mare. Nei pomeriggi della tua lunga malattia abbiamo parlato di tutto: del dinghy e degli amici di questa barca meravigliosa in primis. Ricordi sì, ma poi sempre più sogni e illusioni. Ritornare in acqua, magari tra le boe con i nostri amici della vela, compagni di passioni e competitori nelle regate e nel vento.
Fino all'inizio della chiusura per il contagio discutevamo delle nuove regole per la partenza, specialmente del tuo modo di partire di "rincorsa" come nel Palio di Siena per non intrupparti tra i rifiuti degli altri. Parlavamo dei nostri compagni e della malattia del carissimo Giorgio Pizzarello; nota a noi, ma non divulgata. Una preoccupazione sotterranea che poi la sua morte ha svelato senza che ci potessimo abbracciare e condividere il dolore del lutto.
Adesso sei giunto tu su questo tristissimo traguardo. Con Bernardo, Massimo, con Yan, l'altro Giorgio e poi Alberto e la cara Francesca non sapevamo se era meglio sperare in un tuo ulteriore ritardo, ovvero in un arrivo un po' più rapido per non soffrire ancora.
Ai primi di marzo, ricordo, mi dicesti: "Ho resistito per oltre quattro anni di vita che ho vissuto per merito dei medici, della scienza e dell'organizzazione sanitaria; ringrazio tutti, ma adesso non ce la faccio più. Sono stanco". Come se combattere ancora non avesse più senso, ma questo non lo hai detto e so che hai combattuto ancora fino a quando nuovamente ti si poteva venire a trovare. Ma era troppo tardi ormai, tu avevi accettato amaramente la sorte e ti sei concentrato sull'ultimo bordo che ti restava da percorrere e l'hai voluto fare da solo; non volevi distrarti in nuove conversazioni ormai inutili.
In questi ultimi mesi avevi riordinato i tuoi ricordi: i più recenti e poi via, via mettendo in primo piano quelli più antichi della famiglia, della giovinezza, delle ragazze dell'estate e del mare. Eri pronto e pochi giorni fa l'ho capito quando svegliandoti dal torpore dei farmaci mi hai guardato e mi hai ripetuto le stesse parole che avevi detto a tua sorella e alle nipoti. Con voce debolissima e sforzandoti per farti capire mi hai detto: "Voglio stare solo" e poi con un gesto della mano hai salutato. Era l'ultima volta e così ho ripensato alla volta precedente di due giorni prima quando facendomi forza e ricordando che più volte mi avevi chiesto di parlarti di Dio e delle cose spirituali, ti ho domandato se volevi recitare il Padre Nostro seguendo mentalmente le mie parole e lo abbiamo fatto tenendoci stretta la mano. Dalla finestra appena aperta entrava la brezza del ponente romano che spostava lievemente la tenda e da quella stanza anonima che si apprestava ad accogliere la tua solitaria agonia, dalla nostra città, dalla mia empietà si alzava verso il cielo nientemeno che una preghiera. E lo scrivo qui in questo breve articolo di ricordo per dire quante cose nascoste vivono nei nostri animi; quanti sentimenti inconfessati ma veri ci nobilitano al di là della spavalderia di una nostra giovinezza non ancora finita e che il gioco della vela continua a prolungare.
Eravamo alla fine della nostra corsa e, come ho detto, hai voluto correre l'ultimo bordo da solo. Verso il tuo mare; nel vento. Verso l'infinito.
Pio Cerocchi