Dinghy News n.155 |
World Cup Dinghy 12’. La
World Cup è stata creata nel 2010, con l’ambizioso titolo di coppa del mondo,
nel tentativo di riconquistare quello standing internazionale fatalmente
perduto negli anni bui attraversati dalla Classe quando il Dinghy rischiava
davvero di sparire del tutto dalla scena agonistica nazionale ed
internazionale. Il processo d’internazionalizzazione richiedeva però come prima
cosa obiettivi condivisi da tutti i Paesi che realmente e/o ipoteticamente
potevano partecipare all’impresa. E qui sono però a un certo punto incominciato
i guai. Italiani e Olandesi, che hanno le flotte più numerose, si trovano su fronti
diversi e con realtà ben distanti: da una parte gli Olandesi tendenzialmente
tradizionalisti e conservatori con i loro scafi esclusivamente di legno, la
vela imbisciata, manovre minimali, che regatano in due principalmente su laghi
e spesso con molto vento; dall’altra, invece, gli Italiani evoluti, tecnologici
con scafi di tre tipologie (legno, vetroresina e legno, solo vetroresina) e
randa maggiorata e non infierita sul boma, che tendono ad avere prestazioni
sempre più convergenti. Per assicurare regate in comune e venire incontro alle
richieste olandesi che non accettavano gli scafi italiani di vetroresina, si è
arrivati ad organizzare la prima WC con partenze separate tra scafi cosiddetti moderni
(vetroresina) e scafi cosiddetti classici (legno). Come i fatti
dimostreranno, purtroppo, neanche questo è stato sufficiente perché gli amici
Olandesi, nonostante i tentativi e le riunioni intercorse, persistendo nelle
loro posizione hanno preso al momento una strada totalmente opposta, arrivando
a non accettare più neppure i classici italiani, che definiscono classici
moderni, specialmente per come sono armati.
Ciò premesso a questo punto sorge
spontanea una domanda: hanno più senso le partenze separate nella World Cup? A
che serve dividere una Classe che deve alle sue due anime (legno e vetroresina)
la sua esistenza, la sua continuità e il suo enorme e ineguagliabile successo.
Poiché però questo argomento ci porta troppo lontano, affidiamo ogni risposta
al tempo che emetterà la sua sentenza e ritorniamo alla regata partenopea.(estratto dal Dinghy News n.155 leggi tutto)
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