Tra
gli amici dei dinghy si sapeva che era ammalato, ma tutti abbiamo rispettato il
giusto riserbo sino ad oggi con la notizia della sua morte che ci lascia in un
grandissimo dolore. Con Giorgio Pizzarello abbiamo perso un grande amico a
terra e in acqua, un eccellente timoniere, un uomo generoso nella vita, nella
professione e nello sport della vela nel quale la sua famiglia da sempre si è
cimentata.
Impossibile
dire oggi quante regate abbia vinto, quanti premi e riconoscimenti abbia
conquistato. Prima di approdare alla gloriosa classe dei dinghy, Giorgio ha
regatato sui Finn, sui J24, sugli Snipe e prima con il padre e il fratello
Stefano sul Dragone con il nome della sorella Giada. Ma non si accontentava di
partecipare; egli, infatti, amava farsi carico dell’organizzazione della classe
e dei circoli che ha frequentato. Per anni è stato Segretario della classe
dinghy, ma già prima aveva cercato il rilancio di questa barca sul piano
internazionale invitando in Italia olandesi, svizzeri, tedeschi, giapponesi e
turchi e andando a regatare da loro nel circuito armando anche un Dinghy 12’ di
costruzione Olandese,
Quando
a Roma e nel Lazio il dinghy era pressoché scomparso con grande entusiasmo
rianimò la classe organizzando Campionati nazionali prima ad Anzio poi nel 2001
a Bracciano che vinse e poi per due volte arrivò secondo), campionati invernali
e, soprattutto, la regata intitolata a suo padre Franco, divenuta negli anni un
appuntamento nazionale.
Giorgio
ha avuto il merito di far approvare un regolamento di
costruzione e stazza che dopo ben dieci anni di applicazione si è dimostrato
validissimo, Dinghy Classici e moderni regatano praticamente a armi pari.
Giorgio sapevi avverare i sogni, rileggete il
suo capolavoro organizzativo dell’anno 2010 un campionato italiano Dinghy 12’ da
record e un suntuoso evento internazionale
Giorgio
un inconfondibile stile, lui scendeva in acqua con i calzoni lunghi rigirati
sulle caviglie e la camicia bianca. Una particolarità dietro la quale si
nascondeva una inimitabile capacità competitiva. Noi della Flotta Romana quando
al termine della prova vedevamo la sua vela al bando dopo il traguardo, eravamo
contenti perché pensavo che lui, in fondo, aveva vinto anche per noi.
Giorgio hai avuto il carisma del leader
meritando ovunque rispetto e ammirazione anche nella sfortuna. Ciao Giorgio,
vinci anche nel cielo.
Pio
Cerocchi e Stefano Tolotti
Sono
astemia e non ho mai fatto uso di droghe, ma dalla telefonata di Paola, oggi 12
maggio 2020, una mattina romana col sole caldo
che si affaccia tra le nuvole, i ricordi
continuano a scorrere veloci e
inarrestabili. Sotto forma di espressioni, immagini, confidenze, sogni,
progetti, battaglie, giudizi, passioni, messe a punto tecniche, pillole di
tattica di regata (anche schizzate su tovagliolini da bar), consigli, cazziate,
scontri, riappacificazioni, cure medico/ortopediche, sempre risolutive. Il tutto
dispensato con passione, vitalità, signorilità, generosità, amicizia vera,
correttezza. Una sequenza praticamente inesauribile. Giorgio, il mio Boss, come
lo chiamavo scherzando, mi ha inventata come Segretario della Classe Dinghy in
un momento difficile dell’AICD. Ha creduto in me e gliene sono stata sempre
grata, e in tutti questi anni – correva allora l’anno 2011- non ho mai mancato
di tenerlo aggiornato dei fatti della Classe, anche qualche giorno fa, con gli
sviluppi positivi dei rapporti italo/olandesi e con il nuovo sito al quale
stiamo lavorando. Così come avevamo condiviso le due regate nazionali, di Coppa
Italia e del Trofeo Dinghy Classico che in questo 2020 avrebbero riportato
nelle acque della sua Flotta Romana, se non fosse stato per il malefico
Coronavirus.
......................................
Francesca
Non
ho mai sentito tanti uomini piangere. Uomini grandi, solidi. Uomini di mare
abituati ad affrontare in prima persona vento, onde, buriane, avarie. Giorgio
ha prodotto questo. In molti. E ha lasciato un vuoto anche in chi non lo ha
incrociato personalmente.
Per
carattere, e origini liguri, non sono di grandi parole. Mi imbarazza. Chiudo
quindi qui questo pensiero dedicato a Giorgio, che mi sgorga a poche ore da
quando se ne è andato, con un piccolo inventario di parole e flash che mi
vengono in mente pensando a lui. Amico, generoso, signore, intelligente,
carismatico, intuitivo, attento, profondo, sincero, campione, impulsivo,
appassionato, coraggioso, comprensivo,
diretto, a tratti esplosivo,
leale; colonna, cuore e anima della Flotta
Romana; Maestro di vela, ma anche di vita; mai falso; la borsa da medico
appoggiata sulla panca del Dinghy, mentre sta armando per ultimo perché deve
dare i resti a tutti sotto forma di supporto e consigli, se non visita
ortopedica al volo; elegante in regata
con la immancabile camicia e braga chiara al posto dei capi “tecnici”;
l’appellativo bella giovane, quando ti chiamava al telefono o ti
incontrava; il profumo del suo sigaro al
caffè (?) durante la poppa; il creativo modo di chiedere acqua arrivando
in boa alzandosi in piedi e mettendo il
timone tra le gambe: “tu, tu, tu e tu, siete ingaggiati, voi altri no…”; l’uso
dei punti esclamativi negli scritti; il modo “garbato” (eufemismo) con il quale
riprendeva gli ufficiali di regata quando posizionavano male il campo di
regata; splendido, il talento come efficace, risolutivo ortopedico, e poi, e
poi, e poi …..
Buonissimo
vento indimenticabile Giorgio, siamo veramente tanti a volerti bene!!!!!!!
Francesca e Giorgio
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